Outsider Art

Marilena Pelosi, 2007, Galerie Dettinger-Mayer, Lione

“Outsider: posizionati fuori rispetto a cosa? A un limite, a un confine, a una norma, a una regola. Ma è proprio sul confine che scocca la coincidenza tra diversi, fra il dentro e il fuori, ed è proprio dalla rischiosa postazione di confine che si può cogliere l'abbagliante e nitidissima percezione di ciò che è al di là.”

Bianca Tosatti


Nel 1972 lo storico dell'arte inglese Roger Cardinal pubblica il volume Outsider Art. La nuova denominazione del territorio esplorato da Dubuffet pone l'accento sulla posizione degli artisti rispetto al sistema, è più neutra e quindi più flessibile di fronte a una pluralità di produzioni eccentriche che si presenta molto diversificata.

Gli artisti outsider non lavorano per un pubblico ma per se stessi, ossessionati solo dalla necessità di creare un proprio mondo con i mezzi che hanno a disposizione: un mondo visionario che scaturisce dalla profondità della psiche o che coincide con l’espressione del vissuto, ed è del tutto indifferente alla storia e alle finalità estetiche delle Belle Arti tradizionali. Sono le circostanze della genesi delle opere, le intenzioni degli autori, e il processo di ricezione sociale a fare la differenza con “l’arte degli storici dell’arte”.


Individuale, senza ascendenze e discendenze, Outsider Art è una variabile impazzita che mette in crisi gli strumenti consueti e classificatori della critica d'arte. Ma, provenendo dall'interiorità dell'autore, bussa alla parte più profonda di noi, lasciando spesso riemergere forme e simboli antichi e universali.


Arte fuori dalle norme (Michel Ragon, 1983) – Raw Art ( John Maizels, 1989) – Création franche ( Gérard Sendrai, 1989) - Arte necessaria (Alessandra Ottieri, 1997) – Arte irregolare (Bianca Tosatti, 2006) – Arte Margivagante (da marginale + stravagante, Juan Antonio Ramirez, 2006)
Sono solo alcuni dei nomi con cui si è voluta definire questa regione eterogenea della creatività contemporanea evidenziandone di volta in volta la sovversività, la ruvidezza, la libertà, la necessità, l'anomalia, l'eccentricità.

Outsider Art rimanda a un concetto spaziale in cui è implicita una dialettica tra Dentro e Fuori, universi paralleli con un differente destino, ma dove i veri creatori sono altrettanto rari. Fuori sta chi non ha i documenti in regola per abitare nella cittadella dell'arte, eppure non è raro che proprio gli illegittimi costituiscano un modello di invenzione e di audacia per gli artisti del sistema che si spingono fuori dai sentieri battuti. Se la cittadella è definita dal suo statuto, dai suoi chierici e dal perimetro dei suoi confini, all'esterno il territorio è invece sconfinato e aperto a molteplici possibilità, ma anche, finché privo di riconoscimento, soggetto all'azzeramento e alla dispersione.

Oggi la vicenda del riconoscimento estetico dell'Outsider Art ha iniziato a riscrivere un capitolo della storia dell'arte contemporanea.



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