Nicolò Scarlatella

Nicolò Scarlatella
Caltagirone (Ct) 1929 - Grammichele (Ct) 1996

Nonostante una diagnosi precoce di distrofia muscolare, l'infanzia e la prima giovinezza di Scarlatella trascorrono relativamente serene. Di famiglia povera, frequenta solo il primo anno della scuola elementare e già a dodici anni trova un buon impiego in un negozio di tessuti, in seguito si sposa e ha tre figli. Ma nel 1956, a 27 anni, consapevole del progredire della malattia che comincia a limitare la sua mobilità, decide di lasciare la natia Caltagirone, cittadina ripida piena di stradine in salita e di scale, per trasferirsi con la famiglia in un centro vicino: Grammichele, città esagonale, pianeggiante e regolare, progettata nel 1693 dopo il terremoto che devastò la Sicilia orientale. Qui lavora come ciabattino fino al 1972, quando ormai completamente paralizzato inizia a trascorrere le sue giornate in poltrona davanti alla finestra. Solo dopo una decina d'anni di questa vita contemplativa comincia improvvisamente a disegnare e a scrivere, tracciando su fogli di carta e cartoni di recupero dei mandala in cui fonde la pianta labirintica della città natia con quella geometrica della città d'adozione. La simbologia figurata e scritta, architettonica e musicale, si fa via via più complessa dando vita a una sorta di enigmatico atlante miniato della memoria. Centinaia di fogli che, ignorati da tutti, restano conservati dai familiari dopo la sua morte, finché nel 2009 Domenico Amoroso, già allertato da alcune segnalazioni, riesce ad acquisire la sua opera per la collezione del Museo di Caltagirone.

Bibl.: vedi su questo sito D. Amoroso, Nicolò Scarlatella, artista, poeta, filosofo, nella collezione del MACC di Caltagirone, in “Rivista dell'Osservatorio Outsider Art”, n.1.

Referenze fotografiche
Courtesy MACC, Caltagirone


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